TEATROTERAPIA del CUORE
La "Teatroterapia del Cuore" è una disciplina creativa a servizio dell'evoluzione
e crescita personale dell'individuo, così come suggerisce l'etimologia stessa del termine
terapia, dal greco "therapéia"- "servizio".
Essa aiuta a ritrovare il benessere
e a conquistare la libertà di essere se stessi attraverso l'espressione creativa
e l'apertura del cuore, allo
scopo di rafforzare: autostima, fiducia in se stessi, comprensione di sé e degli
altri, consapevolezza della propria emotività.
La "Teatroterapia del Cuore" suggerisce metodi creativi che aiutano
a:
- contenere, rielaborare e trasformare le proprie emozioni quali rabbia, tristezza
e sensi di colpa;
- conoscere, accettare e Amare le proprie paure per renderle meno minacciose;
- percepire e lasciar fluire il proprio corpo, il respiro, la voce sia nei momenti
dinamici che nel rilassamento;
- sbloccare l'espressione individuale col disegno, il canto, la danza, il movimento
creativo, la manipolazione della creta, la scrittura creativa;
- essere consapevoli delle maschere utilizzate e ritrovare il proprio Sè Profondo;
- sentirsi responsabili, creatori e protagonisti della propria vita.
Oltre agli strumenti personali quali corpo e voce,vengono utilizzati vari oggetti
e materiali per favorire l'espressione creativa:
grandi e colorati teli psicomotori elastici, strumenti musicali non usuali, creta,
colori -a dita, a tempera, a cera-, oggetti della natura o di uso comune che risvegliano
giochi, ricordi e improvvisazioni.
DEFINIZIONE GENERALE DELLA TEATROTERAPIA
La Teatroterapia è una disciplina a mediazione corporea e teatrale, che ha il principale
obiettivo di “rendere armonico il rapporto tra corpo, voce, psiche e spirito
nella relazione con se stessi, gli altri e la propria creatività, rimuovendo nel
soggetto tutto ciò che gli impedisce di affermarsi”, essa ha quindi come base
una visione olistica dell’essere umano; ciò che dichiara esplicitamente
è la funzione di “trasform-azione del teatro, ossia di trasformare mediante
l’azione” (W. Orioli).
La Teatroterapia consiste nella messa in scena dei propri vissuti, all’interno
di un gruppo, con il supporto dei principi di presenza scenica derivanti dall’arte
dell’attore. Essa implica l’educazione alla sensibilità e alla percezione
del proprio movimento corporeo e vocale; agisce attraverso la rappresentazione di
personaggi principalmente improvvisati, ma implica un minuzioso lavoro “pre-espressivo”
indispensabile alla creazione di quell’altro da sé che rende possibile e consapevole
la “trasform-azione” dell'individuo.
Attraverso un lavoro “pre-espressivo” promuove la liberazione
e l’espressione di corpo, voce e psiche, e in un secondo momento, attraverso
il livello “espressivo”, il gioco e l’improvvisazione del
personaggio, l’individuo esprime la propria creatività e il proprio sé. I
personaggi improvvisati sono proiezioni interpretative, subpersonalità che, unificate
con la personalità centrale dell’individuo, creano l’alchimia del possibile
“cambiamento”.
In un terzo momento si giunge al livello “post-espressivo” dove
la messa in scena permette l’analisi dei vissuti.
Gli effetti delle sedute di gruppo continuano a produrre risultati sul singolo anche
dopo la seduta stessa in quanto gli stimoli ricevuti entrano a far parte di un’esperienza
profonda che l’individuo può integrare nella vita di tutti i giorni.
Alla base di tale disciplina vi è la concezione che parola e gesto siano un tutt’uno,
l’una deriva dall’altro ed entrambi dovrebbero servire ad esprimere
il vero Sé. Le artiterapie a mediazione corporea mirano a ritrovare l’equilibrio
tra il verbale e il non-verbale, a ritornare al tempo del gioco, a disinibire
l’azione.
Il teatro è terapeutico perché consente tale “disinibizione dell’azione”,
ossia permette di liberare blocchi fisici ed energetici attraverso l’azione,
il gesto, la parola e l’espressione di sentimenti e desideri repressi nella
vita.
LA FIGURA PROFESSIONALE DEL TEATROTERAPEUTA
Il Teatroterapeuta è una figura professionale che opera utilizzando strumento
teorico-pratici ed approcci espressivo-corporei inerenti alle artiterapie per i
quali ha acquisito adeguata competenza presso una scuola triennale di teatroterapia
riconosciuta dalla F.I.T. - Federazione Italiana Teatroterapia, consultabile
al sito www.fedteatroterapia.it.
Il teatroterapeuta ha il compito di creare un clima di fiducia nel gruppo,
per permettere ad ogni partecipante di esprimersi liberamente e di incontrare gli
altri in modo autentico: a favorire il cambiamento comportamentale e psichico nei
partecipanti sono le dinamiche di gioco che si creano nel gruppo.
Compito del teatroterapeuta non è quello di interpretare, bensì di capire cosa si
nasconde dietro ai comportamenti stereotipati, ai blocchi psichici e fisici, individuando
quale meccanismo di difesa ne è responsabile. La conseguenza è che l’individuo
potrebbe recitare nella vita, fingendo di sentire cose diverse da quelle che sente
nel profondo.
La recitazione teatrale è, invece, l’opposto, poiché il partecipante mentre
lavora sul proprio corpo, compie un percorso di ricerca sull’intera personalità,
affrontando i propri blocchi psico-fisici e conoscendo profondamente i propri sentimenti
ed emozioni.
ORIENTAMENTO TEORICO della TEATROTERAPIA
- Antropologia teatrale, che raccoglie tutti i segmenti corporei e gestuali
e cerca gli elementi comuni nelle varie culture teatrali. Lo scopo è quello di allontanarsi
dalla propria acculturazione (E. Barba) confrontandosi con altri saperi, culture,
esperienze performative.
- Funzione pedagogica del regista, psicotecnica dell’attore, verità scenica (K. S. Stanislawskij) e “Teatro povero”
(J. Grotowski).
- Psicologia del benessere, che concepisce
l’individuo come unico e cerca di sviluppare e potenziare gli obiettivi positivi
della persona prestando attenzione alle dimensioni corporea-relazionale-psichica.
- La scienza della complessità (A. Gandolfi), che porta a considerare l’uomo
come un sistema complesso avendo una visione olistica, globale e sistemica.
- Psicologia dinamica e processi inconsci (S. Freud).
- Psicologia del profondo, inconscio collettivo. Il soggetto promotore del
processo di individuazione (C. G. Jung). La persona al centro dell’alterità soggettiva.
- La centralità del gioco, dell’attività spontanea, dell’uso di oggetti transizionali
e quindi dell’area psicologica intermedia tra realtà e finzione, tra dentro e fuori
di sé (D. W. Winnicott).
- Psicodramma classico e Role Playing di Moreno.
- Bioenergetica di Lowen, con la quale si indica una terapia che utilizza tecniche
respiratorie, esercizi fisici, posizioni e contatti corporei atti ad aumentare il
livello energetico e le capacità auto-espressive dell’individuo.
- Imparare dall’esperienza attiva, partecipe e creativa. Imparare dal gruppo
come fonte di processi relazionali significativi e prototipo delle nostre relazioni
sociali.
- Verifica e controllo dei risultati attraverso il metodo dell’osservazione diretta
e sistematica.